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Iscritto il: ven lug 13, 2007 3:17 pm Messaggi: 10392
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Riportato anche dal Corriere che include qualcosa anche su Ford e Stellantis https://www.corriere.it/economia/aziend ... refresh_ceFord e Volkswagen, si aggrava la crisi dell’auto: troppo alto il costo del lavoro, in arrivo nuovi tagli Andrea Rinal 8-10 minuti
Ford annuncia 4 mila tagli, Stellantis chiede nuova cassa integrazione mentre il costo di un dipendente Volkswagen è più alto in Germania che altrove. Il ministro Urso vuole da Tavares il Piano Italia prima di Natale
Adesso la mossa di Volkswagen che prevede la chiusura di tre stabilimenti in Germania è più chiara. Adesso perché – secondo un documento trapelato proprio oggi - il dato del costo della manodopera della casa di Wolfsburg risulta essere il più alto di tutti gli altri costruttori tedeschi o presenti su suolo teutonico. La percentuale dei ricavi spesi per la manodopera in Volkswagen a livello globale è scesa dal 18,2% nel 2020 al 15,4% nel 2023 tuttavia resta superiore a Bmw, Mercedes e addirittura Stellantis, che hanno speso per il costo del personale tra il 9,5% e l’11% l’anno scorso, secondo la nota del consiglio di fabbrica trovata da Reuters. Per il gruppo guidato da Thomas Schäfer la percentuale sulle sole fabbriche tra Sassonia e Assia è invece stimata al 15,8-17,5%.
Tagli e «cassa» Questo avviene mentre oggi Ford ha annunciato il taglio di 4.000 posti di lavoro in Europa entro il 2027, soprattutto in Germania e Regno Unito. «Quello che manca in Europa e in Germania è un'agenda politica chiara per far avanzare la e-mobility», ha commentato John Lawler, il chief financial officer di Ford, parlando della decisione e chiedendo incentivi per le auto elettriche e una maggiore flessibilità nei target di emissioni. Una sforbiciata che si unisce a quelle del componentista tedesco Schaeffler (4.700 licenziamenti). Rincara la dose la Clepa, l’associazione europea dei fornitori: per la prima metà del 2024 sono stati annunciati 32.000 tagli di posti di lavoro in Europa, più che durante la pandemia Covid. Dal 2020 sono stati in totale 86.000, soprattutto in Germania e Francia. Allo stesso tempo, sono stati creati solo 29.000 posti di lavoro, per un totale di circa 56.000 licenziamenti netti. Stellantis intanto ha chiesto altra cassa integrazione dal 16 al 22 dicembre per le linee produttive dei motori Gse e V6 di Termoli, dove doveva sorgera la gigafactory italiana del gruppo. Il ministro Adolfo Urso ha chiesto all’azienda di presentare il Piano Italia entro 16 dicembre.
Quanto costa un operaio? Tornando a Volkswagen, i numeri citati dal comitato di fabbrica, un organo eletto dai dipendenti che li rappresenta nelle trattative con l’azenda, si basano su rapporti annuali che includono la spesa globale per il personale rispetto al fatturato. Le cifre comprendono tutta la forza lavoro, dagli operai agli impiegati. La Germania, dove Volkswagen impiega quasi il 45% di tutti i suoi dipendenti, ha il costo del lavoro più alto di qualsiasi altro settore automobilistico a livello mondiale, con una media di 62 euro all’ora nel 2023, con un aumento di circa un terzo rispetto a un decennio fa, dice la Verband der Automobilindustrie (Vda), l’associazione dell’industria automobilistica tedesca. L’Italia, sempre accusata da Carlos Tavares di costare troppo in fatto di manodopera, offre 33 euro all’ora, collocandosi a metà strada dietro a Francia (47 euro), Usa (44 euro) e davanti a Spagna (29 euro), Portogallo (17), Ungheria (16 euro) e Polonia (15 euro), quest’ultima sempre citata come pietra di paragone per la sua economicità. Daniel Schwarz, analista di Stifel, sostiene che Wolfsburg spenda di più in manodopera perché produce internamente molti componenti e software. Ma la pressione sui margini esercitata dalla Cina significa che l'azienda deve tagliare i costi fissi.
Tanti colletti bianchi quante tute blu I costi sono particolarmente elevati perché comprendono il personale che svolge funzioni amministrative per l'intero gruppo Volkswagen, come le vendite, la gestione e lo sviluppo tecnico, spesso con stipendi più alti. Negli ultimi anni il costruttore ha operato numerosi tagli di posti di lavoro in Germania, compreso un accordo con i sindacati stipulato dal precedente ceo Herbert Diess per 23 mila esuberi in Volkswagen entro il 2025. Ma l’avvento dell’auto elettrica e l'inasprimento delle normative Ue sulle emissioni ha portato a fare numerose assunzioni in settori come il software e l'amministrazione tanto che il numero di colletti bianchi sta raggiungendo quello delle tute blu. Un documento interno visionato da Reuters mostra che, mentre il numero di operai impiegati in Wolkswagen è diminuito di oltre 8.000 unità tra giugno 2019 e settembre 2024, il numero di personale amministrativo è aumentato di circa 4.000 unità. Cifre di cui tenere conto quando domani, giovedì 21 novembre, inizieranno i negoziati con tra azienda e sindacati (che rappresentano circa 120.000 lavoratori tedeschi), con questi ultimi che chiedono un aumento in busta paga del 7%, mentre Wolfsburg minaccia un taglio del 10%. Il sindacato e il consiglio di fabbrica hanno presentato un «piano futuro» in base al quale i dipendenti e i dirigenti rinunceranno temporaneamente a parte dei loro bonus e aumenti di stipendio, in cambio di un orario di lavoro più breve, per affrontare il problema della sovracapacità in alcuni stabilimenti. I sindacati hanno spiegato che questo programma porterebbe a un risparmio di 1,5 miliardi di euro, una somma tuttavia ancora lontana dai miliardi ritenuti necessari dalla dirigenza.
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