Siccome non è che può sempre filare tutto liscio, a 'sto giro è toccato alla FIAT-titudine mettermi i bastoni tra le ruote.
La settimana scorsa, mentre stavo iniziando a fare un giretto tra Polignano A Mare, Matera, Valle D'Itria, etc., partendo da Bari ho beccato una giornata di pioggia sabbiosa che mi ha completamente imbrattato il parabrezza: vado per lavare il vetro e mi accorgo che è finito completamente il detergente.
Segue vasto repertorio di madonne dato dal fatto che la Lancia non ha un sensore che avvisa quando il lavavetri scende sotto al livello minimo.
Mi fermo dunque ad un ipermercato, dove peraltro trovo un flacone da 5 litri di Arexons originale in super-offerta.
Contento come un bambino che riceve una PlayStation 1 originale invece di una PolyStation 7000-giochi-in-1, ritorno nel parcheggio, apro il cofano per versare il suddetto Arexons e immediatamente mi accorgo che la vaschetta del liquido refrigerante è COMPLETAMENTE a zero.
Ora, fino a quel momento non avevo avuto alcuna indicazione: zero surriscaldamenti, lancetta ferma sulla tacca centrale. Ho anche ripensato alle mitiche parole dello Zio Snù che si lamenta che le auto moderne non forniscono una indicazione precisa della temperatura ma si limitano dire "OK", "TROPPO FREDDO" o "TROPPO CALDO".
In realtà, ho imprecato molto di più contro il fatto che non sia obbligatorio per le auto avere un indicatore che avvisi se il livello del liquido refrigerante sta scendendo oltre il minimo; ma tutto sommato ero contento di aver beccato la questione in tempo, poiché già che c'ero sono entrato di nuovo e ho comprato 2 litri di ParafluUp! e 2 litri di acqua distillata.
Ripienato la vaschetta, ho fatto girare il motore con il tappo aperto: prima normalmente, poi attaccando il riscaldamento al massimo e infine tenendolo per un po' sui 3.000 giri per far evaporare eventuale aria che si fosse creata e per far aprire tutti i termostati (motore e riscaldamento abitacolo).
Sono stato 20/30 minuti e il livello è rimasto stabile su MAX: purtroppo, però, nel parcheggio del centro commerciale era già buio pesto, cosa che ha fatto sì che non notassi grossolane perdite per quanto possibile con la torcia dell'iPhone. Rassicurato però dal fatto che il livello teneva botta, bon: sono ripartito.
Mi sono sparato in due giorni il mio tour di 320 km, sono tornato alla base e l'ho parcheggiata: e praticamente non ho più toccato la Ypsilon. Fino ad oggi...
Arriviamo a questa mattina: 8 giorni dopo la storiella di cui sopra, vado per caricare le valigie in macchina. Faccio tutto il giochino del Tetris per farci stare dentro valigie, cassette degli attrezzi, etc; ed è stato solo allora che, per scrupolo di coscienza, mi sono ricordato dell'avvenimento della settimana scorsa e ho sollevato il cofano per dare un'occhiata ai livelli.
E per poco non mi si gela il sangue (ma in compenso parte il Calendario che il parroco della vicina chiesa mi ha chiamato per farmi i complimenti per la fantasia) quando mi rendo conto che il livello del refrigerante è nuovamente sceso sotto al minimo; e di parecchio, anche.
Dal momento che questa volta la storiella si è svolta alle 10 di mattina con Sole a picco, riesco ad infilare la testa nel cofano e mi rendo conto che la paratia inferiore del vano motore era piena interanamente di macchie rosa (il colore del Paraflu). Ok: palesemente da qualche parte perdo refrigerante, poco ma lo perdo.
A questo punto, dilemma: rabbocco e parto, portandomi dietro un flacone di acqua distillata, o rimando?
Stavo per optare per la prima soluzione, quando un barlume di sanità mentale residua mi assale non appena stavo per imboccare il raccordo che porta all'autostrada: mi reco presso l'Officina Lancia locale (di cui per fortuna conosco il titolare da qualcosa come 30 anni) e bahm. Appena svitato il tappo del vaso di espansione che era in pressione, il "colpo d'ariete" fa sì che dal tubo che porta al termostato si erga un fiotto di Paraflu che finisce esattamente in corrispondenza del punto in cui avevo notato le macchie.
Tubo crepato in corrispondenza del raccordo con il termostato; e probabilmente non aspettava altro che il "colpo di grazia" per cedere del tutto.
Responso: il ricambio non è disponibile e devo aspettare Lunedì mattina perché arrivi e l'auto sia pronta: quindi ho forzatamente prolungato la permanenza al mare. Ero talmente scocciato che non ho neanche tolto le valigie dalla macchina: mi sono preso giusto due paia di mutande e la borsa con portatile, agenda e caricabatterie (più che altro per ripianificare gli impegni).
Sul tragitto dall'Officina a casa, le mie Madonne hanno egregiamente coperto il rumore emesso dal 6 cilindri a nafta della W211.
IN SINTESI
Se non avessi incontrato quella tempesta sabbiosa, non mi sarei accorto che il lavavetri era finito.
Se il lavavetri non fosse finito, non mi sarei accorto che il Paraflu era praticamente agli sgoccioli.
Se non avessi visto il Paraflu agli sgoccioli, stamattina non mi sarebbe venuto in mente di mettere la testa nel cofano e controllare il livello di nuovo.
E se stamattina il livello non fosse sceso, non mi sarebbe venuto lo scrupolo di far controllare l'auto.
E sarei partito per un viaggio di 1.000 km rischiando, nella migliore delle ipotesi, di finire fermo in mezzo all'autostrada da qualche parte nell'Italia Centrale dovendo caricare tutte le valigie su un taxi, facendomi portare in un hotel dove avrei passato il weekend in attesa che mi riparassero l'auto in qualche officina sperduta. E ok che il soccorso, il taxi ed il pernotto me li avrebbe pagati l'assicurazione; ma lo sbatti di un weekend in quel di Giulianova (e.g.) + il mettere l'auto nelle mani di #chissachì non mi sarebbe andato troppo a genio.
Nella peggiore delle ipotesi, adesso starei facendo un preventivo per una Yaris ibrida nuova per sostituire la Lancia dopo aver cucinato il motore.
E tutto questo perché s'è risparmiato su un sensore da pochi spiccioli.
Quindi, nella sfiga, ho praticamente avuto una infinita dose di culo; ma questa (ed altre storie) sono la dimostrazione di come a volte una catena di eventi che nasce come una "piccola noia" poteva finire decisamente peggio se quella "piccola noia" non si fosse palesata.
Al tempo stesso, mi chiedo cosa sarebbe accaduto se al mio posto si fosse trovata una persona un po' meno "pratica" di certe cose; e con buona probabilità, avrebbe buttato il monoblocco in una fonderia (ammesso che la ghisa non si fosse già sciolta tra surriscaldamento e Cristoni di varia natura).
A valle, almeno sono riuscito a spostare gli appuntamenti della settimana entrante e non ho problemi a partire dopo il weekend...
(E danno Sole a picco, quindi domani mare...
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