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MessaggioInviato: mer dic 04, 2024 12:13 pm 
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Temprone ha scritto:
cometa rossa ha scritto:
Temprone ha scritto:
sono dei sondaggi fatti per aver quel tipo di risultati


Può essere. Ma la rivista che lo ha pubblicato è la rivista dell'UPIB (unione produttori italiani bulloneria); di fatto è la rivista del Gruppo Fontana, Agrati, OMB (Brugola) e Bontempi Vibo, più varie ed eventuali; penso che il 90% della viteria nei prodotti automotive europei venga da quei 4 nomi; non ce li vedo a pubblicare sondaggi fatti alla dick of dog per portare avanti una tesi al posto di un'altra



Ho conosciuto il signor Brugola. Non fare battute è stato durissimo (matto ma simpatico)

capitolo sondaggio:
il problema è che quel tipo di sondaggi (la stragrande maggioranza) è fatta apposta per aver quel risultato. Perché organizzato da chi vive mediamente in una grande città, gira spesso in bici o con i mezzi pubblici, ecc ecc

Vi ricordate i sondaggi su " addio all'auto privata, solo car sharing, ecc ecc"
Risultato: car sharing falliti o uniti per non fallire


Car sharing falliti per meriti propri (disincentivato l'uso in periferia con tariffe punitive) e sfighe( il covid in primis).
Se ora una parte delle persone non prende i mezzi pubblici perchè han paura di ammalarsi, figurati usare e toccare un qualcosa che ha livello di pulizia ed igiene scadenti).

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MessaggioInviato: mer dic 04, 2024 2:02 pm 
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mjazz ha scritto:
Certo, ma nelle grosse città i giovani hanno l'alternativa del trasporto pubblico per spostarsi, fuori dai centri la situazione cambia. Io sto in un comune della città metropolitana di Bologna, che confina con il capoluogo: dopo le 20:30 di sera non ci sono più bus e treni per andare o tornare da Bologna, non a caso i cinni di qui si procurano scooter e moto 125 (cinesi) molto più di quanto facciano i coetanei che vivono vicino ai viali.


Assolutamente, sono realtà diverse con esigenze diverse, ed è innegabile che l'ambito prettamente cittadino permetta una mobilità diversa. Però la popolazione delle aree metropolitane italiane è di circa 20 milioni di euro. Mettiamo che la metà sia comunque servita male dai mezzi, ci sono sempre una decina di milioni di persone che, dell'auto, possono comunque farne, o farne un uso limitato, quindi con cambi del veicolo, nel tempo, più diradati. E questo a fine anno, sul totale del venduto, si sente.
Poi bisogna sempre vedere cosa vuol fare il Salvini di turno; qui da me, realtà piccola, i controlli con l'etilotest si sono impennati negli ultimi due anni, col risultato che sempre più ragazzi evitano di spostarsi con mezzi a motore, per evitare i controlli. (la mia segretaria, con altre 3 amiche, scende in cità col bus e tornano a casa col taxi). La stessa movida cittadina è nata perchè spostarsi in auto, di locale in locale, come si faceva negli anni '90, è troppo rischioso. Quindi vediamo nei prossimi anni come andrà, ma se anche nei percorsi centro-interland ci fosse meno movimento, non me ne stupirei


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MessaggioInviato: mer dic 04, 2024 2:07 pm 
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semi-ot, appena comprato etilometro da tenere in macchina.
Sai mai..


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MessaggioInviato: mer dic 04, 2024 2:14 pm 
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E' un problema di come è stato gestito il trasporto pubblico in un paese come l'Italia che aveva puntato tutto sul trasporto privato. Col risultato che se sei senz'auto in città neanche troppo grosse, sei fottuto.
Liberalizzare i taxi è pari a bestemmiare, cosi mentre a Vienna o a Londra prendere un taxi è facile e decisamente economico, in Italia lo prendi solo se paga l'azienda. Se ti pare normale pagare oltre 100€ da Milano città a Malpensa (che di pedaggio sono 3€ e di chilometri sono 50).

Tornando al discorso del car sharing, i costi se il servizio fosse gestito per renderlo attrattivo (quindi no penali se usi l'auto in periferia o se organizzi una redistribuzione delle auto in città la sera) sono decisamente inferiori al possesso dell'auto privata. Peccato che qualunque car sharing ora ti piazza ben 5€ a noleggio se parcheggi in zona San Siro tanto per dirti( più il costo del noleggio in se).

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MessaggioInviato: mer dic 04, 2024 2:15 pm 
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mjazz ha scritto:
semi-ot, appena comprato etilometro da tenere in macchina.
Sai mai..

Ad Agosto mi hanno fatto il test in Norvegia nel primo pomeriggio in una strada dimenticata dal signore.

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MessaggioInviato: mer dic 04, 2024 2:17 pm 
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Leon83 ha scritto:
mjazz ha scritto:
semi-ot, appena comprato etilometro da tenere in macchina.
Sai mai..

Ad Agosto mi hanno fatto il test in Norvegia nel primo pomeriggio in una strada dimenticata dal signore.


E com'è andata?

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MessaggioInviato: mer dic 04, 2024 2:20 pm 
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Non sono affidabilissimi, ma un'idea la danno.


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MessaggioInviato: mer dic 04, 2024 2:22 pm 
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fritz287 ha scritto:
Leon83 ha scritto:
mjazz ha scritto:
semi-ot, appena comprato etilometro da tenere in macchina.
Sai mai..

Ad Agosto mi hanno fatto il test in Norvegia nel primo pomeriggio in una strada dimenticata dal signore.


E com'è andata?


Bene, se ha continuato a guidare, come sembra, fino ad ora

Al figlio di un mio amico, che conosco benissimo, patente da 8 mesi, macchina da 4, 1,03 di grado alcolemico ad uscire da un locale; 6 mesi di lavori socialmente utili, e non so quanto di multa ed avvocato.


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MessaggioInviato: mer dic 04, 2024 2:26 pm 
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fritz287 ha scritto:
Leon83 ha scritto:
mjazz ha scritto:
semi-ot, appena comprato etilometro da tenere in macchina.
Sai mai..

Ad Agosto mi hanno fatto il test in Norvegia nel primo pomeriggio in una strada dimenticata dal signore.


E com'è andata?


Beh non ho l'abitudine di trincare di pomeriggio (ero di ritorno da un trekking sopra Geiranger.
Comunque 0.
Parlando col poliziotto scherzavamo che in oltre 20 anni di patente avessi fatto un solo alcol test in Italia. Mentre in Norvegia al 3° giorno m'avevano già beccato).

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MessaggioInviato: mer dic 04, 2024 2:54 pm 
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Leon83 ha scritto:
Beh non ho l'abitudine di trincare di pomeriggio (ero di ritorno da un trekking sopra Geiranger.
Comunque 0.
Parlando col poliziotto scherzavamo che in oltre 20 anni di patente avessi fatto un solo alcol test in Italia. Mentre in Norvegia al 3° giorno m'avevano già beccato).


Che limite hanno? 0,5 come noi, o 0, come in certi stati dell'est Europa?


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MessaggioInviato: mer dic 04, 2024 3:10 pm 
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Leon83 ha scritto:
Beh non ho l'abitudine di trincare di pomeriggio (ero di ritorno da un trekking sopra Geiranger.
Comunque 0.
Parlando col poliziotto scherzavamo che in oltre 20 anni di patente avessi fatto un solo alcol test in Italia. Mentre in Norvegia al 3° giorno m'avevano già beccato).



Negli anni scorsi quando andavo più spesso del solito in Germania in auto non dico sempre, ma quasi, venivo fermato dalla Polizia per controlli fra il Confine Austriaco e Monaco.

Due o tre volte mi hanno pure chiesto se potevano fotografare il numero di telaio dell'auto.

Sarà il fatto di essere Italiani? o la mia faccia... magari. :mrgreen:

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Sai che cosa diceva quel tale? In Italia sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos' hanno prodotto? Gli orologi a cucù.( O.Welles)


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MessaggioInviato: mer dic 04, 2024 3:12 pm 
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cometa rossa ha scritto:
Stamattina il Corsera ha scritto un articolo "auto: e se il crollo delle vendite fosse perchè costano troppo"? Non posso leggerlo in quanto non abbonato, ma io credo sia in parte vero.
Eccolo

https://www.corriere.it/economia/aziend ... 6xlk.shtml

Auto, e se il motivo del crollo delle vendite fosse semplicemente perché costano troppo?
Luca Angelini 13-18 minuti

I giovani, gli automobilisti del futuro, per ragioni insieme pratiche e ideologiche hanno perso interesse per le auto anche perché hanno di fronte un’offerta che non possono permettersi

Ha scritto Daniele Manca, nel suo editoriale sulla crisi di Stellantis e del mercato dell'auto, che da parte dei grandi gruppi sono state «ignorate le nuove generazioni che sembrano non considerare più l’acquisto di un’auto come il passaggio all’età adulta. E così quando il mercato inizia a cambiare, il settore sembra impreparato». È un tema sul quale torna Claudio Cerasa, direttore del Foglio.

«La crisi del settore dell’automotive — scrive Cerasa, il cui quotidiano è da sempre piuttosto "tiepido" sulla lotta ai cambiamenti climatici — nasce anche per ragioni ideologiche, per conseguenze cioè legate agli effetti di lungo termine generati dalla lenta e inesorabile demonizzazione dell’auto. Non è solo, come si dice, un tema legato alla fine dell’automobile come status symbol, della fine di quella stagione magica durante la quale ottenere una patente di guida era un rito di passaggio verso l’età adulta. Il tema è più sottile e riguarda gli effetti di lungo termine della trasformazione dell’auto nel simbolo nocivo di tutto ciò che rappresenta la modernità e dunque il capitalismo. L’auto inquina, l’auto uccide, l’auto ingombra, l’auto disturba, l’auto è pericolosa, l’auto è un peso, l’auto è contro l’ambiente, l’auto è un pericolo per la nostra vita, l’auto è un pericolo per le nostre città, l’auto non deve andare in centro, l’auto deve essere tassata di più, l’auto è un intralcio al tentativo dei politici più genuini di restituire la città ai propri abitanti, come ha avuto modo di dire la sindaca verde di Parigi Anne Hidalgo».

Viene quasi da dare una ragione postuma, a oltre trent'anni di distanza, a Colin Ward, giornalista e architetto anarchico di cui, nel 1992, quando i ventenni di oggi ancora dovevano nascere, Elèuthera pubblicò il pamphlet Dopo l'automobile. «Riusciremo, nel XXI secolo, a sfuggire all'era automobilistica del XX? - si chiedeva Ward -. L'automobile vi si è insinuata come giocattolo da ricchi, condannata dalla gente normale come un'arma letale sguinzagliata per le strade. Man mano che il secolo procedeva, è stata considerata sempre più una necessità per tutte le famiglie, distruggendo l'economicità di altre forme di traffico, trasformando l'ambiente e facendo sì che le sue vittime fra gli altri utenti della strada venissero considerate responsabili della propria stessa vulnerabilità. Grosse industrie sono sorte per soddisfare le sue esigenze. Le idee della gente possono cambiare, mentre invece è difficilissimo cambiarne le abitudini. Eppure, milioni di decisioni individuali hanno portato al nostro asservimento alla macchina. Riusciranno milioni di libere scelte a liberarcene?».

L'annuncio di una morte dell'automobile resta, ancora oggi, largamente esagerato, come direbbe Mark Twain. Però, anche se una cantante molto amata dai ventenni, Olivia Rodrigo, qualche anno fa ha intitolato Drivers license il suo singolo di debutto, a quel che scrive Cerasa, citando in parte dati che aveva già riportato qualche tempo fa l'Economist, i post-Millennials della Gen Z (convenzionalmente, i nati fra la fine degli anni Novanta e il primo decennio del Duemila) quei «milioni di libere scelte» contro l'automobile le starebbero facendo. «Nel 1997, il 43 per cento dei sedicenni statunitensi possedeva una patente di guida, nel 2020, questa percentuale è scesa al 25 per cento. Nel 1983, solo un americano su dodici, tra i 20 e i 24 anni non aveva la patente, mentre nel 2020 questa proporzione è arrivata a uno su cinque. Negli ultimi vent’anni, la percentuale di adolescenti britannici con patente è scesa dal 41 per cento al 21 per cento. Dal 2011 al 2021, il numero di auto intestate a giovani sotto i 25 anni in Italia è diminuito del 43 per cento, passando da oltre un milione a 590 mila unità. E infine: tra il 1990 e il 2017 la distanza percorsa dai conducenti adolescenti negli Stati Uniti è diminuita del 35 per cento e quella dei conducenti di età compresa tra i venti e i 34 anni è scesa del 18 per cento».

Quanto ai possibili motivi del «totale, progressivo e clamoroso disinteresse per le auto delle nuove generazioni», Cerasa scrive: «C’entra probabilmente il fatto che la tecnologia, rendendo facile fare acquisti online o guardare film in streaming a casa, ha reso meno impellenti di un tempo, nei grandi centri abitati, le ragioni per prendere l’auto per spostarsi. C’entra probabilmente anche un pizzico di ideologia, e le generazioni più sensibili alla sostenibilità non potendosi permettere un’auto elettrica potrebbero avere un senso di colpa in più a possedere una macchina più inquinante, ma queste sono solo supposizioni. Probabilmente, piuttosto, in questo caso c’entra molto anche la possibilità di avere alternative in città, all’utilizzo delle macchine, car sharing, bike sharing, mezzi pubblici, e alternative maggiori anche per spostarsi da una città all’altra, treno, pullman, aerei, pazienza se inquinanti».

Va detto che non tutte le analisi concordano. A fine agosto, su Newsweek, Suzanne Blake scriveva che la Gen Z sta in realtà trainando, dopo la pandemia, un boom del ritorno all'auto. «Secondo il sondaggio sulla mobilità “On the Move” di Enterprise Mobility - riportava Blake - il 47%, degli appartenenti alla Gen Z ha dichiarato di guidare anche più di cinque anni fa. Anche i Millennial stanno contribuendo alla tendenza, con il 41% che dice di aver guidato più di cinque anni fa, prima che la pandemia colpisse». Michael Ryan, esperto di finanza e fondatore di michaelryanmoney.com, ha detto a Newsweek che «dopo anni passati a fare affidamento su Uber e Lyft, molti stanno ora scoprendo che possedere un'auto è più conveniente per i loro stili di vita in evoluzione. Molti preferiscono la flessibilità e la sicurezza percepita dei veicoli personali». Ryan si diceva anche fiducioso sul fatto che, a mano a mano che i giovani americani usciranno dalla trappola del debito scolastico (il macigno dei costi esorbitanti dell'istruzione universitaria), torneranno a comprare auto.

Anche Daniel Knowles, autore di Carmageddon: How Cars Make Life Worse and What To Do About It, citato da Anya Jaremko-Greenwold su The Week, pensa che sia più che altro una questione di tempo, come dimostrerebbe il precedente dei Millennials, almeno negli Stati Uniti: quando cominciano a guadagnare si spostano a vivere nei sobborghi, e l'auto diventa indispensabile. «La presa di distanza dalle auto - dice Knowles - è un po' come quella dallo sposarsi e dal fare figli. Le persone aspettano molto più a lungo, ma sono cose che, alla fine, stanno ancora facendo».

Un ottimismo non condiviso da tutti. E difficile da condividere in Italia, unico Paese Ue in cui i salari reali sono diminuiti rispetto al 1990 (e si comprano sempre più auto usate). Cerasa, infatti, è di tutt'altra idea rispetto a Ryan: «L’unica auto sostenibile per le tasche di chi non può permettersi di spendere 30 mila euro per un’auto non a motore a scoppio è un’auto figlia a sua volta di un’altra demonizzazione: quelle cinesi, uniche auto ormai a prezzi accessibili (...). Gli automobilisti del futuro, per ragioni insieme pratiche e ideologiche, hanno perso interesse per le auto, hanno di fronte a sé auto che non possono permettersi, hanno alternative infinite per i propri riti di passaggio all’età adulta e non ci vuole molto a capire di fronte alla parabola di Tavares qual è il dito e qual è la luna. Il dito è Stellantis. La luna è un mondo che cambia e che in troppi vogliono provare a cambiare senza fermarsi un attimo per provare a capirlo».

Conclusione non molto distante da quel che scrive Manca: «Il passaggio è epocale. Discende da quei mutamenti di mercato, dalle transizioni digitale e ambientale, dalle discontinuità tecnologiche che hanno velocità imprevedibili e che stanno mettendo a dura prova tutte le maggiori case. (...) Non si trattava di sostituire un propulsore con un altro di diverso tipo. E non necessariamente elettrico. Ma anche avere a bordo tecnologie, modalità di utilizzo diverse. Come dimostra l’accelerazione del noleggio».

Certo, Carlos Tavares ci ha messo del suo. Come scrive Paolo Bricco sul Sole 24 Ore, il suo è «un fallimento doppio: di merito e di metodo. Tavares ha fallito nel merito. Ha dilapidato le doti che due vecchie signore come Peugeot e Fiat avevano portato al loro matrimonio in età matura. Una base non irrilevante di cultura e di tecnologia dell’elettrico la componente francese. Il Nord America la componente italiana. Il Nord America è, nella realtà e ancora di più nell’ombra del futuro, un disastro nei volumi e nella redditività. L’auspicio di un atterraggio morbido nell’elettrico rischia di essere una caduta clamorosa. Tavares ha fallito nel metodo. Perché il suo stile di “spremitore” di fabbriche, di tagliatore di costi, di riduttore dei tempi per arrivare dall’idea di un’auto alla sua messa in strada non ha funzionato: le fabbriche sono semivuote, la rete vendita è a disagio (in Europa) e in rivolta (negli Stati Uniti), i nuovi modelli non esistono. (...) Tavares è un ingegnere. È partito dai prodotti e dalle fabbriche. Ma il problema è come ha interpretato tutta questa dimensione manifatturiera e organizzativa. Tutti lo sapevano, quando nella fusione fra Fca e Psa ha prevalso la componente francese nei concambi, nella composizione del Cda, nelle scelte strategiche e negli equilibri di potere. Il capoazienda indiscusso sarebbe stato lui, con il suo profilo di ingegnere anomalo: né dedito alle tecnologie né innamorato delle fabbriche, ma concentrato sulla loro trasformazione in numeri e conti, indici e report finanziari. Non ha funzionato. L’ingegnere dei numeri ha fallito». Ma è difficile dare torto a Manca quando, come Cerasa, pronostica che «servirà molto di più che un nome da indicare al posto di quello di Tavares».


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Tavares è un ingegnere.

Fine.
Titoli.
Applausi.

:ridi

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Sai che cosa diceva quel tale? In Italia sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos' hanno prodotto? Gli orologi a cucù.( O.Welles)


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cometa rossa ha scritto:
Leon83 ha scritto:
Beh non ho l'abitudine di trincare di pomeriggio (ero di ritorno da un trekking sopra Geiranger.
Comunque 0.
Parlando col poliziotto scherzavamo che in oltre 20 anni di patente avessi fatto un solo alcol test in Italia. Mentre in Norvegia al 3° giorno m'avevano già beccato).
Che limite hanno? 0,5 come noi, o 0, come in certi stati dell'est Europa?
Mi risulterebbe 0,2, ma va detto che partivano da una situazione in cui l'alcolismo era quasi una piaga sociale. E ancora oggi vanno ad ubricarsi sfatti a Copenaghen il fine settimana.


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mauro65 ha scritto:
cometa rossa ha scritto:
Leon83 ha scritto:
Beh non ho l'abitudine di trincare di pomeriggio (ero di ritorno da un trekking sopra Geiranger.
Comunque 0.
Parlando col poliziotto scherzavamo che in oltre 20 anni di patente avessi fatto un solo alcol test in Italia. Mentre in Norvegia al 3° giorno m'avevano già beccato).
Che limite hanno? 0,5 come noi, o 0, come in certi stati dell'est Europa?
Mi risulterebbe 0,2, ma va detto che partivano da una situazione in cui l'alcolismo era quasi una piaga sociale. E ancora oggi vanno ad ubricarsi sfatti a Copenaghen il fine settimana.

0,02 come limite.

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Dannatio ha scritto:
Tavares è un ingegnere.

Fine.
Titoli.
Applausi.

:ridi


Di per sè lo era anche Piech; ma Piech voleva i progetti, poi contenere i costi era compiti di altri. Tavares guarda ai numeri, e basta.


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MessaggioInviato: mer dic 04, 2024 3:25 pm 
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mauro65 ha scritto:
cometa rossa ha scritto:
Stamattina il Corsera ha scritto un articolo "auto: e se il crollo delle vendite fosse perchè costano troppo"? Non posso leggerlo in quanto non abbonato, ma io credo sia in parte vero.
Eccolo

https://www.corriere.it/economia/aziend ... 6xlk.shtml



Grazie :okk


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mauro65 ha scritto:
Mi risulterebbe 0,2, ma va detto che partivano da una situazione in cui l'alcolismo era quasi una piaga sociale. E ancora oggi vanno ad ubricarsi sfatti a Copenaghen il fine settimana.


Nei paesi nordici, da sempre, bevono come lavandini.


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Calo del 2% delle vendite in Europa nel mese di novembre.
Il gruppo Vw cresce solo del 2,8% ma la quota raggiunge un’impressionante 27,2%. Audi continua a soffrire, Skoda è molto avanti rispetto ad Ingolstadt.
Nello scorso mese Stellantis ha venduto esattamente la metà di Vw, con questi numeri (Fiat -40% ) dovranno essere cancellati alcuni marchi.
Buoni risultati per Renault.
Tesla chiuderà il 2024 in perdita a doppia cifra.


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MessaggioInviato: ven dic 20, 2024 9:45 am 
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Località: Berghem
Subaru vende talmente poco che manco la considerano? :ridi :ridi

Stellantis vende solo Peugeot che alla fine sono le più picevoli da guardare, sarà un caso?

Pensavo che Kia e Hyundai vendessero di più, ne vedo in giro veramente tantissime.

Audi ormai non ha più niente da dire.

Toyota viene premiata dalla soluzione migliore, l'ibrido ormai colladuato e affidabile. Bassi consumi e niente batteria da ricaricare. Se solo le facessero un pò più "carine".

MG niente? Eppure vende.

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MG forse è sotto Saic.

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MessaggioInviato: ven dic 20, 2024 11:42 am 
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Leon83 ha scritto:
MG forse è sotto Saic.

Yes
Per ora si sono stabilizzati e non stanno facendo miracoli di vendita con le hev...anzi quella che tira è sempre la zs vecchia a prezzi da panda.
Per ora niente boom nuova duster....probabilmente boom renault anche per captur scontata che costa circa come dacia.

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Grafico sull’anadamento delle vendite di Stellantis in Europa rispetto al gruppo Vw dal 2010 ad oggi.
Al momento della fondazione di Stellantis, alcuni ritenevano che il nuovo gruppo potesse superare i tedeschi ed in realtà se si contavano i veicoli commerciali leggeri il sorpasso c’era già.
Tavares ha sempre favorito i margini rispetto alle vendite, fino a un certo punto gli è andata bene ma adesso diversi analisti sostengono che questa strategia abbia esaurito il proprio potenziale. Nel 2024 sono stati lanciati moltissimi modelli da parte dei diversi marchi del gruppo italo- franco-americano, nel 2025 dovremmo vedere un aumento della quota di mercato.


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MessaggioInviato: lun dic 23, 2024 12:37 pm 
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Top 25 in Europa nel mese di novembre.
La Model Y tiene botta mentre la Model 3 sta soffrendo parecchio. Io onestamente ho sempre difficoltà a distinguerle in autostrada.
La nuovissima Tiguan e la vecchissima T Roc aumentano a doppia cifra ma so per certo che Vw le sta spingendo pesantemente.
Male Corsa e soprattutto Polo. Sono curioso di vedere come andrà la nuova 3008, nel 2015 salvò Psa e lancio l’ascesa (ormai finita) di Tavares.


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MessaggioInviato: mar gen 21, 2025 5:48 pm 
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Il mercato europeo nel 2024 è salito dello 0,8%, in realtà è stato un risultato molto deludente perché le BEV non decollano per niente, la redditività sta crollando per quasi tutti e il 2025 spaventa per le multe.
Vw guadagna un pò di quota di mercato.
Skoda vola battendo alla grande Audi come vendite, la casa con i 4 anelli è in calo da anni ormai.
Stellantis semplicemente un disastro,
Opel, Citroen e Fiat corrono verso il ribasso, Fiat a dicembre raggiunge solo 1,2%, non sono numeri sostenibili.
Tavares ha forzato un livello di condivisione altissimo ma c’è da chiedersi che senso abbia mantenere così tanti marchi con modelli così simili.
Renault migliora leggermente la propria posizione.
Hyundai-Kia scende leggermente.
Il gruppo Toyota balza del 13%, con una sola BEV, tra l’altro non competitiva.
In casa Bmw è Mini ad affossare la casa madre, Bmw da sola sale del 6,3% battendo facilmente Audi e Mercedes.
Smart crolla del 54%, la svolta BEV non sta premiando.
Ford -17%, è al 3,3% (imho entro al massimo 2 anni chiudono tutto in Europa).
Tesla -10,8%, però comunque rimane su livelli alti.


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MessaggioInviato: sab feb 01, 2025 12:52 pm 
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Dati di Jato per il 2024 in Europa.
BMW raggiunge il 23% delle vendite con le BEV mentre Mercedes il 19%, sono numeri impressionanti.
Alla fine anche Stellantis con l’11% e Vw con il 13% fanno male, il problema è che devono arrivare al 20% nel 2025, pura follia.
Più si scende dal nord al sud Europa più crolla la quota di BEV.
Non mi aspettavo la Clio al secondo posto.
Dacia ha 2 modelli nella top ten, cosa che Renault non ha.


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MessaggioInviato: sab feb 01, 2025 1:50 pm 
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Tra un anno secondo me vedremo quote delle Bev decisamente più alte per Stellantis e Renault, grazie alle piccole elettriche (Panda, c3, R4/5),meno per VW dato che rimane con auto più grandi ( dalla id3 in su).
Stessa cosa vedremo con un nuovo boom di plugin con tutto il comparto VW molto interessante.

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MessaggioInviato: sab feb 01, 2025 3:15 pm 
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Come hai ben detto c’è da attendersi un mix più alto di BEV per Stellantis e Renault grazie alle nuove utilitarie. Sono molto curioso di vedere che numeri faranno Renault 4 e 5, imho l’ultima è veramente riuscita.
Venerdì c’è stato un incontro interno di Vw con Blume e la dirigenza dei vari marchi. Vw sa benissimo che non riuscirà ad evitare le multe (sempre che le regole non cambino) però spingeranno sugli sconti per BEV per aumentare la quota. Anche i PHEV saranno un importante aiuto per evitare la paventata multa di 1,5 miliardi di euro prevista per il 2025.
Le utilitarie BEV del gruppo Vw arriveranno sul mercato solo nella seconda metà del 2026.
Intanto i dazi di Trump potrebbero veramente creare disastri mostruosi, Vw produce il 76% dei veicoli area Nafta in Messico.
Anche Stellantis potrebbe essere colpita molto duramente.


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